Progetto Borghi

L‘identità di Borghi è quella di rinunciarsi alla propria identità a favore comune. La „Burgorum Communitas“ infatti non è un nome come altri nomi di vilaggi o città. Si potrebbe dire che il nome „Borghi“ abbia il significato „Noi“.

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Questo „noi“, specie nel passato, poteva avere contenuti di un certo particolarismo: un piccolo gruppo locale ha posto così le barriere contro il mondo circostante. L’immagine della corona situata nella parte superiore dello stemma di Borghi, in forma alla fortificazione rotonda, esprime l‘idea della confederazione dei comuni del dato territorio, uniti soprattutto per i motivi difensivi. Ma, nonostante ciò, un comune che rappresenta gli altri sotto il nome “Noi“ è un fenomeno eccezionale, di grandi potenzialità profetiche. Dante Alighieri descrive, nella Divina Commedia, una costellazione dei santi, i quali in un certo momento dicono che il “Noi“ vi è stato dall’eterno, prima dell‘ “Io“1. La presente citazione è stata messa in evidenza dal don Giancarlo Moretti, Presidente dell’Associazione La Ginestra. Nella costellazione troviamo varie stelle o corpi celesti di cui ciascuno ha il suo valore particolare, la luminosità, il colore, la grandezza, il peso diverso da tutti gli altri. Nonostante le diversità e proprio nella loro funzione viene fuori il valore e la bellezza del quadro finale.

La visione della costellazione possiamo applicare su varie realtà sociali; questa potrebbe risultare molto ispirativa anche nel progetto per Borghi. C‘è anche da proporre la possibilità di accentuare, sulla carta geografica del dato territorio, i punti dove si trovano i singoli comuni che fanno parte (oppure, storicamente la facevano) di quella Burgorum communitas per visualizzare l‘immagine della loro composizione nello spazio.

Sotto l’impulso dei cittadini di Borghi e degli amici di Piero Pasolini è nata l’iniziativa per „ri-formulare“ una parte del suo paese di nascita perché rappresenti qualcosa dei valori costituivi all’integrità della sua vita. Come ha proposto l’architetto Carlo Fumagalli, non si tratta di creare una cosa tipo percorso „museale“: siamo sicuri che a Piero Pasolini non piacerebbe tanto la costruzione di monumenti commemorativi, egli sarebbe contento se riuscissimo a creare uno spazio di bellezza e di armonia, di misure umane accoglienti e aperte alle prospettive universali.

Ora, vorrei contribuire al pensiero comune con alcune osservazioni e idee:

1. Il Colore

Durante la visita di Borghi mi ha colpito un‘atmosfera coloristica tipica, alcuni accostamenti molto gradevoli. In queste cromie si sente, come il mòdo base (analogo alle armonie musicali) la presenza di una certa sfumatura di blu leggermente attenuato. Non casualmente, un blu simile appare anche sulla copertina del libro „Piero torna alla sua terra“. Questo colore funziona soprattutto come sfondo di altri avvenimenti coloristici. (Però, avrei desiderato di escludere decisamente tutte le espressioni banalizzanti tipo „blu celeste“). I risultati di un breve studio fotografico ho messo nel file allegato (un formato elettronico PPT)

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Qui riporto un piccolo esempio: In ogni scelta di questo genere si incontrano momenti „casuali“, sfuggevoli e mutabili, ma la loro coincidenza può evidenziare qualcosa di sostanziale ed immutabile. Oserei dire che i colori di Borghi sono anche „Colori di Piero“. Il lavoro di progettazione può risultare migliore, umanamente più elevato, se riuscirà a coinvolgere un‘operazione premeditata sulle armonie di colori corrispondenti alla logica interiore del dato luogo. E, per lo più, teniamo presente l‘esperienza vitale di Piero Pasolini che dedicò un profondo pensiero sull’argomento del colore e nel modo originale definì il rapporto tra la sostanza fisica del colore e i suoi significati spirituali-reali2.

2. Le connotazioni di spazio e di significato.

Sulla base delle idee nate durante l’incontro a Borghi (in aprile 2006) e della lettura di Dante proposta dal don Giancarlo Moretti, mi sembra molto ispirativa, anzi, fondamentale, l‘evenienza di concepire Borghi come costellazione. Si apre così la possibilità di collegare i luoghi quali la casa di nascita di Piero, le strade e i percorsi, le aree trascurate, il sentiero accanto alle mura, le piazzette, il nuovo parco o altri, in un’unica idea unitiva (senza di questa, ogni sforzo potrebbe risultare piuttosto voluto ed artificiale, non basta la mera leggenda che questi erano i posti che Piero Pasolini percorreva nella sua giovinezza). Singoli accenti di spazio e di significato troveranno una logica comune nella simbologia di costellazione, la quale non è altro che l‘espressione metaforica della spiritualità dell’unità – la sostanza della vita stessa di Piero Pasolini.

3. L’idea di alcuni luoghi concreti:

Qui riporto un dettaglio della pianta di Borghi, in prospettiva dal Sud-Ovest. Sulla destra (No. 8) si trova la casa di Piero Pasolini. Mi sembra assai interessante lo spazio vicino al bastione Nord-Ovest (No.5). Questo spazio, almeno secondo la pianta presente, aveva nel passato un viso, una importanza e le dimensioni abbastanza diverse dallo stato attuale.

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Il progettista del Comune, l’Ingegner Roberto Pollini propone la ristrutturazione di quest‘area, trasformandola in un anfiteatro plurifunzionale. E‘ un’idea molto valida, anzi, questo luogo offre la possibiltà di formare una nuova piazza per i cittadini, un luogo attraente per incontrarsi, per festeggiare insieme, per organizzare mercatini occasionali, oppure giochi e carnevali per i bambini e, – non alla fine – per godere il bellissimo panorama del paesaggio circostante. Il posto verrà ancor più valorizzato dalla riapertura del passaggio (la scala sotterranea) che collega la Piazza di Santa Croce con questi luoghi. Il nuovo spazio urbano potrebbe portare il nome „Piazza di Piero Pasolini“. La coltivazione di quest‘area poi richiede costruirne una bella pavimentazione e l’illuminazione pubblica; si offre anche l’eventualità di creare un parapetto di pietra ai margini (comunque, la pianta dimostra che nel passato vi sia stato un muricciuolo). In questa piazza potrebbe trovare luogo l’ingresso principale al parco (collocato sotto, sul pendio Nord) L’architetto Jakub Kotek ha proposto di creare una statua-oggetto interattivo cinetico. In piazza potrebbe essere situata una bella fontana, formata bene nel senso artistico, attrezzata anche da piccole turbine producenti una minima quantità di corrente elettrica, mettendo in gioco alcuni effetti luminosi. Dalla fontana potrebbe poi uscire un ruscello d’acqua, per scendere, poi, dalla piazza al parco.

In questo modo i collegamenti „acqua – luce – vita“ troveranno una visualizzazione e ricorderanno il nome che il popolo Bangwa ha dato a Piero: „Colui che ha trasformato l’acqua in luce“.

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La nuova piazza potrà diventare un arricchimento assai valido dello spazio urbano disponibile per i cittadini (cui crescita di numero si prevede con sicurezza, come ha confermato la signora Mirella Mazza, Sindaco di Borghi). Contemporaneamente, la piazza potrà collegare, come un nucleo comunicativo, diversi percorsi e luoghi del nuovo complesso mini-urbanistico, della nuova „costellazione“.

Marek Trizuljak, in collaborazione coll’Architetto Jakub Kotek e l’Associazione culturale La Ginestra di Rimini

1) Paradiso, Canto XVIII.

2) Chiara Lubich definisce i colori quali aspetti di vita, con profondi significati spirituali e con le conseguenze assai concrete per la vita pratica. Con autorevolezza enorme Chiara Lubich dice: „Spirituale vuol dire reale”.