OMAGGIO A CHIARA LUBICH – Relazione finale

6 Novembre 2011 – omaggio a CHIARA LUBICH

Rimini nei suoi «Colori» raccoglie la sfida della fraternità

Relazione finale

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Quasi insopprimibile per tutti gli amici de “La Ginestra”, il bisogno di esprimere gratitudine, per la partecipazione di tanti che hanno permesso, con la loro intensa reciprocità, l’accadimento dell’«Omaggio a Chiara» nella giornata del 6 Novembre 2011. Si incrociano in questa espressione le volontà del movimento dei Focolari e del Gruppo Editoriale Città Nuova, che hanno condiviso con “La Ginestra” l’esperienza di maturare insieme idee forza e, insieme tradurle in linee guida e scelte operative: esperienza unica che trascende, anche nella gioia che ne consegue, ogni soddisfazione derivata dal raggiungimento degli obiettivi prefissati. Oltre 500 i presenti al teatro Novelli fra platea e galleria. Oltre 500 presenti, ma “un cuore solo”, a detta di molti. I soggetti organizzatori erano tre: il Movimento dei Focolari, l’Editrice Città Nuova, l’Associazione culturale “La Ginestra”; eppure non sono apparsi nella loro individualità, perché «una» era la «Presenza» che raccoglieva l’attenzione e l’interesse di tutti. Il teatro era allestito con la finezza delle artiste che ne hanno assunto la responsabilità: «era veramente degno di Chiara» dicevano alcuni intervenuti. Ma il fatto più prezioso è che queste artiste, con il coordinamento di Liliana Quadrelli Arcangeli, hanno «scoperto» (una di loro ha «ri-scoperto» dopo molti anni) Chiara nei suoi significati. Due ore e trenta vissute come dieci minuti soli. La scaletta è stata molto sofferta per la ricchezza del menù; ma non dovevamo tralasciare nulla.

image010Non poteva mancare in un omaggio di Rimini a Chiara una apertura “felliniana”: «RIMINI… – NOTTE – “CHIARA”»; sulle note melanconiche del grande Regista appare una Rimini notturna, inquieta, che corre, corre, senza senso, alla ricerca, quasi affannosa di un perché, in attesa della presenza, calma e profonda come il suo mare, dell’amore illuminante di Chiara! Da questo video si è dipanato un incalzare di testimonianze ed elementi artistici culminati con il balletto della “Compagnia Cosi – Stefanescu”, dedicato appunto a Chiara Lubich: il caloroso, interminabile applauso ha sciolto in gioia condivisa il nodo di commozione che aveva stretto i presenti. Ognuno ha colto “quel che lo Spirito dava d’intendere”: chi ha sottolineato la parte ecclesiale con l’intervento del Vescovo (uno dei presenti, lontano dall’esperienza religiosa, ha addirittura affermato «che proprio da questo intervento ha colto la chiave di lettura di tutto l’evento, ha capito al volo la figura e la presenza di Chiara, e ne è rimasto entusiasta»); chi quella istituzionale con l’intervento scritto di Giuseppe Chicchi, il Sindaco che nel ’97 diede la cittadinanza onoraria a Chiara, il quale, impedito a partecipare, ha inviato un pensiero di saluto in una cartella densissima di contenuto; o del Sindaco attuale, Andrea Gnassi, che ha inviato una video intervista: l’intensità della partecipazione si è imposta all’attenzione di tutti. Molti hanno ripetuto la domanda se questi interventi fossero concordati o suggeriti da qualcuno (!); a tutti è giunta la risposta: “Qualcuno, sì!, ha coordinato il tutto: «lo Spirito», che, certamente, ha fatto la sua parte”.

image012Il pubblico era così vario che risulta impossibile definirne le caratteristiche. L’età media, molto bassa, non solo per il coro di una scolaresca delle medie, la “Dante Alighieri”, ma per la presenza di molti giovani. La caratteristica laica espressa dall’ambiente e da tutti gli interventi, specialmente quello di Sergio Zavoli, era fortemente congiunta con il senso di una mistica Presenza, sottolineata soprattutto dall’intervento di Mariele Quartana, ed esaltata dal balletto conclusivo. La saggia e arguta cordialità di Armando Torno e l’immediatezza di Stefano Zamagni, hanno avvicinato il pubblico all’altissima competenza nel loro campo specifico (a tale riguardo molti hanno sottolineato «la eminente professionalità con cui si è condotto l’evento, particolarmente quella dei relatori, degli artisti e del conduttore Michele Zanzucchi»; egli infatti, nonostante l’incalzare di sollecitazioni venute dalla regia per l’abbondanza di situazioni sceniche, ha saputo tenere in mano il filo d’oro dei significati, coniugando costantemente storia e profezia, fatti e contenuti, rivelando plasticamente l’affascinante complessità del reale). Hanno giocato un ruolo positivo, esaltando la solennità dell’evento, anche la presenza della RAI (che ha trasmesso la notizia sul telegiornale di lunedì 7 Nov. alle ore 19,30); dei due operatori di Icaro TV; e di un grande artista fotografo originario dell’Indonesia: con un abbondante numero di scatti tutti azzeccati ci ha documentato al vivo l’evento. Copiose e molto significative le interviste rilasciate dai presenti in chiusura della giornata. L’intreccio fra l’annuncio della parola e l’elemento artistico ha svelato – portandolo direttamente al cuore e alla mente – lo stesso unico «Verbo». Diversi artisti fin dall’estate hanno voluto un contatto ravvicinato con il Consiglio de “La Ginestra” ed una rappresentanza del movimento dei Focolari «per una conoscenza più diretta di Chiara, «perché – hanno affermato – vogliamo rendere al massimo l’anima di Chiara a tutti i presenti!»: ci sono proprio riusciti! Vorremmo chiamare uno ad uno gli orchestrali guidati dal Mo Anacleto Gambarara, i ragazzi coristi con la loro Maestra Elvira Massani e il Gruppo vocale strumentale “SwinGeneris”, perché per la singolarità di ciascuno, nell’adesione all’intero progetto, l’arte ha dato vita al palcoscenico con un tocco tipico locale che non poteva mancare. Erano presenti anche molti membri delle Istituzioni: Prefettura, Finanza, Forze Armate, Sindaci (anche da oltre Provincia), Imprenditori e Ministri di altre Chiese cristiane: tutti hanno ringraziato «per la meravigliosa giornata, piacevole e altamente formativa». Assai viva la presenza del Movimento C.L. Tale movimento, con il sostegno de “La Ginestra” si è assunta la responsabilità di diversi servizi organizzativi. Ma al di là dei vantaggi raggiunti nella collaborazione sono da rilevare i molteplici frutti, quali, ad esempio, la mutua stima e conseguente edificazione, con l’integrazione culturale nelle diverse impostazioni di pensiero. L’intesa è risultata forte: alla fine la stessa gioia, scaturita dall’unico «cointeresse» ha fatto sperare in ulteriori collaborazioni. Possiamo a pieno titolo affermare che si è realizzata tra noi quell’unità che Chiara e don Giussani hanno promesso al Papa nel ’98 e costruita negli anni che seguirono. Un inizio, anche con altri movimenti e associazioni, come per esempio “Pioggia nel Deserto”, fondata da giovani animati dalla passione di difendere la vita ovunque sia minacciata; presenti in forma creativa già nell’organizzazione dell’evento. Una nota particolare merita la voce «economia». Il clima alla fine risultava così avvolgente che tanti hanno voluto lasciare un segno di corresponsabilità, e si sono uniti agli organizzatori, dando un contributo personale per sostenere la manifestazione. La cifra raccolta, lontana dal soddisfare le necessità dell’organizzazione, ha però evidenziato la strettissima unità fra i presenti e i sostenitori dell’evento: tale consapevolezza rendeva il senso culturale della partecipazione economica in forma molto più evidente del manifesto stesso dedicato agli sponsor. «L’aria di famiglia» è l’elemento più sottolineato dalla maggioranza dei presenti: direi piuttosto che per i più si trattava di qualcosa di nuovo: tutti hanno fatto l’esperienza dell’Assoluto.

image014Qualcuno competente di manifestazioni del genere ha azzardato: “si è trattato di una autentica nuova evangelizzazione”! Quale rovescio di questa unica medaglia è la testimonianza da più parti raccolta: “Rimini aveva proprio bisogno di una pioggia così benefica di valori che aprono al futuro e danno smalto alla sua identità”! Non esiste più distinzione fra invitati, artisti e organizzatori; tutti, strappati dal rovello labirintico, ove l’attuale notte della cultura ci ha buttato, ci troviamo in un mare di luce sperimentando un raro sentimento: «il gaudio». Così, il felliniano «Amarcord» (mi ricordo) non ci rimanda solo ad un recente passato fonte di nostalgia, ma vuole riscattare quella “innata religiosità” – notata da Chiara stessa nel suo primo incontro con la nostra Città – presente nel popolo riminese fin dalle sue antiche radici malatestiane. Un unico «canto di lode», con diverse tonalità di consapevolezza, sgorga dal cuore di tutti i presenti: nella fede aperta alla trascendenza; come nella “gioia piena di gratitudine di chi ha colto la presenza edificante di un nuovo, autentico, umanesimo”.

don Giancarlo Moretti

con il Consiglio de “La Ginestra”

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