Sì alla Fraternità

Nuovi lineamenti per la città

Nel dialogo di Chiara Lubich con la nostra Città si è manifestato il carattere più vero del nostro popolo che, nella sua vitalità inventiva e nella sua tradizionale franchezza, è capace di una prudente, ma generosa accoglienza e sa volgersi ad imprese coraggiose. Riuniti in questo luogo carico di memorie, noi vogliamo ora pensare il nostro futuro nella fedeltà al messaggio che abbiamo ricevuto da Chiara.panoramica mattino 1

Il Consiglio Comunale di Rimini, nelle motivazioni del conferimento della cittadinanza onoraria a Chiara, Le riconosceva il merito di aver portato ed affermato“la cultura della speranza, oltre ogni umana misura, affinché l’amore possa ancora riportare vittorie e far nascere comunità dove la solidarietà sia legge fondamentale permanente”.

La nostra terra si trova ora di fronte ad una grande sfida: arricchita di molte nuove presenze portatrici di culture diverse, dobbiamo trovare una regola di accoglienza che porti in futuro al bene di tutti. Un antico proverbio raccomanda di «non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te». Oggi questa saggezza, per quanto irrinunciabile, non basta più: bisogna tradurlo in una regola d’oro che dica anche che cosa si deve fare “fai all’altro quello che vorresti fosse fatto a te”.

Per dare chiarezza ed ogni possibile concretezza alla cultura della speranza, noi proponiamo alcune scelte operative che vorremmo far nostre in altrettanti «Sì»:

  • Sì, alla fraternità che fa uscire dall’isolamento e innesca processi di sviluppo per i popoli che ancora soffrono la povertà;
  • Sì, al coraggio della fraternità in politica perché nelle ragioni dell’amore si riscopra l’autentico, non mentito spirito di servizio;
  • Sì alla fraternità che difende la vita in tutte le sue espressioni;
  • Sì alla fraternità nell’economia che, nella giustizia, riconosce l’uomo quale fine e centro dello sviluppo dell’impresa e favorisce la equa distribuzione dei beni;
  • Sì alla fraternità da cui scaturisce ogni forma di giustizia e che restituisce la più alta dignità ad ogni uomo. Pur riconoscendo alla legge la funzione di comminare le pene, favorisce la «cultura della gratificazione» e incoraggia perciò il cittadino nello sviluppo della virtù, portandolo a scegliere, anche nelle avversità, ciò che risulta costruttivo;
  • Sì alla fraternità che rende la città luogo d’incontro per l’uomo;
  • Sì alla fraternità come valore culturale che apre la coscienza di ogni soggetto ad accogliere il bambino e il giovane come potenzialità in evoluzione, l’anziano come risorsa, il debole, il povero e il diversamente abile quale stimolo nell’orientamento da dare allo sviluppo;
  • Sì alla fraternità che restituisce alla famiglia la dignità di luogo naturale ove ha origine la vita umana e si sviluppa in funzione della maturità del singolo fino a ché egli divenga cittadino capace di assumersi le proprie responsabilità;
  • Sì alla fraternità che induce il rispetto dell’ambiente e della natura perché diventino contesto originario ove prendono forma e si esprimono i talenti e le aspirazioni di ogni uomo;
  • Sì alla fraternità perché è garanzia di pace nell’uomo e fra gli uomini: nel singolo, nei gruppi, nella città e nei popoli.

Castello Marcosanti – Poggio Berni, 18 ottobre 2008

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